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Nocturnal | CD | The Black Dahlia Murder

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Descrizione articolo

I ragazzi Metalcore vedono nero: miscelano piacevolissimo Death Metal con una aggiunta extra di Black Metal.

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Scheda Articolo

Codice articolo 432511
Operatore economico responsabile UE Metal Blade Records GmbH
Postfach 1263
73049 Eislingen
Germany
info@metalblade.de
Genere Musicale Melodic Death Metal
Esclusiva EMP No
Media - Formato 1-3 CD
Tema Band
Band The Black Dahlia Murder
Tipologia prodotto CD
Data di pubblicazione 21/09/2007
Sesso Unisex

CD 1

  • 1.
    Everything went black
  • 2.
    What a horrible night to have a curse
  • 3.
    Virally yours
  • 4.
    I worship only what you bleed
  • 5.
    Nocturnal
  • 6.
    Deathmask divine
  • 7.
    Of darkness spawned
  • 8.
    Climactic degradation
  • 9.
    To a breathless oblivion
  • 10.
    Warborn

da Björn Thorsten Jaschinski (07.10.2007) ‘Miasma’ lasciava intravedere la volontà di distaccarsi da un sound fin troppo debitore ai numi tutelari del death metal svedese, il tellurico ‘Nocturnal’ consacra i The Black Dahlia Murder tra le più solide realtà fedeli ai risvolti maligni del metalcore. Il sound del quintetto americano si ispessisce ulteriormente, a dimostrazione di come alla scuola nordeuropea (sono ancora percepibili echi di At The Gates e Entombed prima maniera) si possa unire senza difficoltà un sostrato americano che predilige esecuzioni snelle ma tecniche (Slayer e Malevolent Creation dove li mettiamo?). Ne esce un album di soli trentacinque minuti in cui la band esprime tutta la sua rabbia. Le composizione sono brevi e schiette, veloci (escludiamo solo il mid-tempo ‘Warborn’) e pur abbellite da un bagaglio tecnico pregevole, non indugiano su mere dimostrazioni esecutive. All’ascolto emerge lo stile fantasioso dei chitarristi Brian Eschbach e John Kempainen, che irrorano i brani con assoli che talvolta si concedono piacevoli aperture melodiche, a loro volta giustapposte all’arrembante sezione ritmica di Bart Williams e Shannon Lucas, precisa al millimetro, forse ancora un pizzico troppo statica. Continua invece ad essere il tallone d’Achille la voce di Trevor Strnad, davvero sguaiata in alcuni tratti, ma si tratta di un ambito in cui rientrano anche i gusti personali. Per il momento ‘Nocturnal’ non inventa nulla che non sia stato già affrontato dal carrozzone americano del metalcore, ma di fatto spiana la strada a una band capace e con idee interessanti, che affrontate con un minimo di coraggio in più, porteranno senza dubbio ad eccellenti risultati. Perché ci piace pensare che la nuova generazione del metal estremo passi anche dal Michigan.

da Andrea Sacchi (21.01.2008) ‘Miasma’ lasciava intravedere la volontà di distaccarsi da un sound fin troppo debitore ai numi tutelari del death metal svedese, il tellurico ‘Nocturnal’ consacra i The Black Dahlia Murder tra le più solide realtà fedeli ai risvolti maligni del metalcore. Il sound del quintetto americano si ispessisce ulteriormente, a dimostrazione di come alla scuola nordeuropea (sono ancora percepibili echi di At The Gates e Entombed prima maniera) si possa unire senza difficoltà un sostrato americano che predilige esecuzioni snelle ma tecniche (Slayer e Malevolent Creation dove li mettiamo?). Ne esce un album di soli trentacinque minuti in cui la band esprime tutta la sua rabbia. Le composizione sono brevi e schiette, veloci (escludiamo solo il mid-tempo ‘Warborn’) e pur abbellite da un bagaglio tecnico pregevole, non indugiano su mere dimostrazioni esecutive. All’ascolto emerge lo stile fantasioso dei chitarristi Brian Eschbach e John Kempainen, che irrorano i brani con assoli che talvolta si concedono piacevoli aperture melodiche, a loro volta giustapposte all’arrembante sezione ritmica di Bart Williams e Shannon Lucas, precisa al millimetro, forse ancora un pizzico troppo statica. Continua invece ad essere il tallone d’Achille la voce di Trevor Strnad, davvero sguaiata in alcuni tratti, ma si tratta di un ambito in cui rientrano anche i gusti personali. Per il momento ‘Nocturnal’ non inventa nulla che non sia stato già affrontato dal carrozzone americano del metalcore, ma di fatto spiana la strada a una band capace e con idee interessanti, che affrontate con un minimo di coraggio in più, porteranno senza dubbio ad eccellenti risultati. Perché ci piace pensare che la nuova generazione del metal estremo passi anche dal Michigan.

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